Noi Gardeners vi vogliamo bene!
Per noi è molto importante la vostra opinione, quindi abbiamo deciso di dedicare questo articolo a uno degli argomenti del blog che vi ha incuriositi di più: la fantascienza araba.
Vi ricordate? Nell’articolo “Fantascienza distopica: 5 curiosità da conoscere” avevamo parlato della science fiction in lingua araba, che presenta un filone distopico davvero interessante.
Nei social ce lo avete chiesto in molti, quindi… ecco qualche informazione in più su questo tema!
Non è stato facile trovare notizie a proposito, perché quasi tutti i libri non sono stati tradotti né in italiano né in inglese. Alcuni saggi parlano dell’argomento, ma i romanzi della fantascienza araba faticano ad approdare in Occidente. Uno dei pochi è “Utopia“, di cui abbiamo parlato anche nel precedente articolo sull’argomento.
Perfino le pagine Wikipedia degli autori sono in arabo. Pensiamo che sia davvero un’occasione sprecata: una delle cose positive dell’epoca contemporanea è proprio la possibilità di far circolare le storie globalmente. E le storie della distopia araba meritano di essere diffuse e conosciute anche al di fuori dei loro confini. Ci auguriamo che qualche casa editrice illuminata ci faccia un pensierino!
Sono Keri, una dei tre autori nonché Production Designer di Stargarden Universe, la nuova saga cybernature italiana! Siete pronti a scoprire di più a proposito della fantascienza araba? Allora, come dicono i nostri personaggi, “Ex Tenebris” a voi e… cominciamo!
5 curiosità sulla fantascienza araba
1. Il romanzo più antico scritto in Egitto contiene elementi fantascientifici.
Si tratta del “Theologus Autodidactus” di Ibn al-Nafīs.
Ibn al-Nafīs (1213-1288) è stato un medico arabo musulmano, esperto di anatomia e profondo conoscitore del sistema circolatorio. Le sue scoperte relative alla circolazione coronarica e alla circolazione capillare gli hanno valso l’epiteto di “padre della fisiologia circolatoria“. Oltre agli studi di Medicina, Ibn al-Nafīs studiò giurisprudenza, letteratura e teologia.
Il “Theologus Autodidactus” (titolo originale: الرسالة الكاملية في السيرة النبوية ) è un romanzo teologico, uno dei primi romanzi arabi in assoluto e il più antico d’Egitto. Viene considerato un prototipo del romanzo fantascientifico ed è anche uno dei primi esempi di racconto di formazione.
Il protagonista è Kamil, un bambino selvaggio generatosi spontaneamente in una grotta, che vive da solo su un’isola deserta. Entra in contatto con dei naufraghi provenienti dal mondo esterno, che si ritrovano bloccati sull’isola e che riportano Kamil alla civiltà insieme a loro.
Il romanzo, a quel punto, incorpora diversi elementi fantascientifici fino a raggiungere il culmine con una catastrofica apocalisse nel giorno del giudizio universale. La fine del mondo, la resurrezione e l’aldilà sono spiegati scientificamente grazie alle conoscenze empiriche dell’autore a proposito di biologia, cosmologia, astronomia e geologia.
Il “Theologus Autodidactus” non è da considerarsi un romanzo fantascientifico in senso stretto, come lo intendiamo al giorno d’oggi. Nella letteratura araba, la fantascienza moderna nasce all’incirca negli anni Cinquanta, come commistione tra diversi generi: una serie di tematiche nuove, provenienti per di più dalla fantascienza in lingua inglese, che si innestano sul patrimonio delle tradizioni culturali già appartenenti al mondo arabo.

2. Il tema fantascientifico più usato nella letteratura araba? Il viaggio nel tempo.
Una particolarità della cultura araba è proprio la concezione del tempo.
Il tempo è un argomento che viene spesso utilizzato nei romanzi appartenenti a questo genere letterario: rappresenta un ottimo punto di partenza per poter affrontare i temi tipici della distopia e della fantascienza, su tutti il senso di ribellione dell’uomo verso un sistema che lo sovrasta, in questo caso verso il divino.
Nell’interessante articolo del blog Editoria Araba, ci viene spiegato nel dettaglio in cosa consista questa particolarità:
“Qui emerge senza dubbio una delle specificità della letteratura araba: il concetto del tempo, che nel mondo arabo-islamico si declina in modo differente rispetto al mondo occidentale. Parliamo di una società basata sulla ritualità, dove la scansione della giornata avviene a seconda della preghiera”.
La preghiera islamica canonica si chiama ṣalāt, in originale صلاة, e fa parte dei cinque doveri assoluti che ogni musulmano osservante deve praticare per definirsi tale.
Secondo l’Islam sunnita, questa preghiera deve essere effettuata rigorosamente cinque volte al giorno, in precisi momenti, che vengono scanditi dal richiamo dei muezzin dai minareti (o anche da registrazioni diffuse tramite altoparlanti). Altre scuole di pensiero islamico seguono invece un regime di tre preghiere giornaliere obbligatorie.
Possiamo quindi comprendere perché il tempo rappresenta un tema davvero importantissimo all’interno della cultura araba, e di conseguenza perché è così interessante ritrovarlo nella sua letteratura.
Voler oltrepassare i limiti imposti dal tempo significa trasgredire al volere di Dio. E questo senso di ribellione viene sempre ripagato con la disfatta o con un finale negativo in quasi tutti i romanzi di questo tipo, come se si volesse cancellare in qualche modo il cattivo esempio dato dai personaggi all’interno del testo.
Questo argomento è raccontato in maniera dettagliata nell’articolo del blog Editoria Araba, da cui abbiamo appreso queste informazioni: vi consiglio di visitarlo per avere altri interessanti notizie su questo affascinante mondo!

Le altre tematiche largamente diffuse nella fantascienza araba sono le distopie, le utopie e le invasioni da parte di altri stati. (A proposito, pensate che distopia e utopia siano due cose completamente differenti? Scoprite cosa ne pensiamo noi Gardeners nell’articolo di Eva “Utopia e distopia sono davvero concetti opposti?“)
Tra queste macroaree, la fantascienza distopica è sicuramente il filone di maggior successo, soprattutto tra gli autori egiziani.
Il romanzo di gran lunga più conosciuto all’interno di questo panorama letterario è Utopia, dell’autore egiziano Ahmed Khaled Tawfiq. Ne abbiamo parlato anche nell’articolo intitolato “Fantascienza distopica, 5 curiosità da conoscere“.
Scritto nel 2008 e pubblicato di recente anche in Italia, Utopia racconta un Egitto futuristico, anticipando una sorta di rappresentazione postmoderna della Primavera Araba: tra pesanti disuguaglianze sociali, il degrado dei valori umani raggiunge livelli da incubo in questo romanzo davvero sorprendente. Per approfondire, vi consiglio la lettura di questo articolo del Fatto Quotidiano.
3. Il primo scrittore egiziano che pubblicò un romanzo con la parola “fantascienza” in copertina è stato Nihād Sharīf .
Nato nel 1932 e scomparso nel 2011, Nihād Sharīf è considerato il padre della fantascienza araba.
Purtroppo non è semplice trovare notizie a proposto di questo autore, se non in lingua araba. Sappiamo che una delle sue opere più famose è “Qāhir al-Zaman” (“Il conquistatore del tempo”), un romanzo in cui gli esseri umani e altri animali riescono a essere conservati, e persino tornare a nuova vita, mediante un procedimento criogenico inventato da uno scienziato. Egli mira a ricreare l’utopia perfetta da lui sognata, che chiama”Age of Halīm“, in cui l’uomo potrebbe vivere più a lungo e godere di ottima salute.
Il romanzo è anche una sorta di allegoria politica, cosa comune tra i romanzi arabi di metà secolo: l’autore reinventa il periodo precedente alla rivoluzione attuata da Gamal Abdel Nasser, fino alla sua morte, immaginando la scienza come forza dominante della vita egizia.
Sharīf dipinge nel suo romanzo una realtà in cui scienza e tecnologia si integrano all’interno della cultura Egizia, collegando la tecnologia del ventesimo secolo ai progressi dell’Egitto nelle scienze.
L’autore utilizza la criogenia, una novità mai vista fino a quel momento e presentata per la prima volta, per denunciare la società egiziana come stagnante e dispotica, quasi congelata nella sua ossessione per il passato.
4. In arabo, il termine fantascienza è stato reso “al-khayal al-ilmi”, ovvero “immaginazione scientifica”.
Un aspetto molto interessante della letteratura araba è il suo continuo sforzo per coniare termini del lessico fantascientifico che siano collegati in qualche modo alle radici della lingua araba.
Per esempio, “cyberpunk” è diventato “al-saybir bank” e “distopia” è reso con “naqid al-yutubiya”, ovvero “l’opposto dell’utopia”, ricalcando in parte il ragionamento fatto anche dal filosofo John Stuart Mill, che ha la paternità del termine originale. Se volete saperne di più sul significato di “distopia” e sulle sue origini, vi consiglio la lettura di “Che vuol dire distopia? Etimologia, definizione ed esempi“ del mio collega Robert.
Questo aspetto linguistico è davvero peculiare e interessante. Sempre dal blog Editoria Araba leggiamo infatti che “ci sono degli enormi sforzi linguistici in questo campo: ci troviamo di fronte al rinnovamento della lingua che è tipico del Modern Standard Arabic che porta a coniare nuovi termini partendo proprio dalle radici arabe”.
Il Modern Standard Arabic, ovvero العربية الفصحى, عربي فصيح, indica lo standard moderno della lingua araba. Detta anche lingua fuṣḥā, viene usata per la comunicazione scritta e per le situazioni formali: nel mondo accademico, nella stampa e nei mass media, in ambito legislativo e per qualsiasi comunicazione orale in pubblico. Secondo Ethnologue (2020), possiede ben 274 milioni di parlanti al mondo.

5. Girlpower! La prima autrice a pubblicare un romanzo fantascientifico in Kuwait è stata Tiba Al Ibrahim.
Tiba Al Ibrahim (nome originale: طِيبة أحمد الإبراهيم) nata nel 1945 e scomparsa nel 2011, è la scrittrice più rappresentativa della fantascienza nei Paesi Arabi.
La sua eredità letteraria in lingua araba viene raramente citata, e trovare informazioni su di lei non è stato facile. Leggiamo su Fantascienza.com che “in una sua trilogia immagina l’uomo eliminato dalla Terra e solo la donna che sopravvive – e si riproduce tramite la clonazione”.
L’opera, intitolata “انقراض الرجل” (“The extinction of men”) e pubblicata nel 1990, è stata molto apprezzata in ambito letterario e artistico. Se vi incuriosiscono le trame all’insegna del girlpower, potete trovare una lista di titoli davvero imperdibili per chi ama i personaggi femminili forti e determinati, in questo articolo: “Distopia, libri girlpower: 10 titoli consigliati”.
I temi delle storie di Tiba sono originali e intrecciati con creatività. In un’altra delle sue numerose opere, intitolata “al-Insan al -Bahit” (The Faded Man, 1986), fa riferimento al pallore di un uomo che si addormenta a seguito di alcuni esperimenti e si risveglia dopo molto tempo come se nulla fosse cambiato. Ovviamente nessuno lo riconosce, nonostante lui sia rimasto lo stesso.
Il protagonista però non ricorda nulla del suo passato: inizia quindi a imparare come se fosse un bambino, ma in modo meccanico e molto velocemente, cosa che metterà a nudo diverse contraddizioni all’interno della società araba. (Fonte: ArabLit.)

Quale curiosità sulla fantascienza araba vi è piaciuta di più?
Fatemi sapere nei commenti quale tra queste chicche a proposito della “al-khayal al-ilmi” vi ha incuriositi di più!
Io ho adorato conoscere nel dettaglio le sfumature che hanno portato alla creazione di termini appositi per la fantascienza in lingua araba, complici i miei studi in ambito linguistico e umanistico.
Mi è piaciuta molto anche la trama di “Qāhir al-Zaman” (“Il conquistatore del tempo”), del padre della fantascienza araba Nihād Sharīf. Lo scienziato megalomane, che mira a ricreare l’utopia perfetta da lui sognata, mi ha fatto subito pensare a un personaggio cardine di Dark Blossom, il mio romanzo cybernature targato Stargarden Universe.
Anche nel mio romanzo è presente uno scienziato molto particolare, conosciuto da tutti come Cosmos. Si tratta di un esperto in Fisiologia vegetale applicata alle Biotecnologie, che da anni lavora a un progetto segreto visionario tendente a un futuro ideale, sia per l’uomo, sia per Gaia, che ricorda molto da vicino un’utopia. Questo progetto contribuirà in maniera significativa alla nascita della bio-synt Keva, protagonista di Dark Blossom.
Purtroppo non posso svelarvi di più, ma restate sintonizzati con la galassia di Stargarden e i miei canali social per avere aggiornamenti sull’uscita dei romanzi o anche per propormi altri argomenti interessanti da approfondire!
Nel frattempo… vi invito a scoprire il primo romanzo della serie: “Dark Ghost”.
“DARK GHOST”: IL ROMANZO che apre la stagione “EX TENEBRIS”!
Il protagonista di “Dark Ghost“ è un criminale molto determinato e affascinante, siete pronti a entrare nella sua vita frenetica e pericolosa?
SCARICATE SUBITO L’EBOOK SUL VOSTRO KINDLE… O REGALATEVI IL CARTACEO ILLUSTRATO (da me!)
“Dark Ghost – essere umani non basta” è il romanzo che apre la serie cybernature “Stargarden Universe”! Ogni protagonista dello Stargarden Universe è caratterizzato da un simbolo particolare e significativo… scoprirete il simbolo di Jo Jo Nishimura leggendo accompagnati dalla playlist ufficiale e dalla colonna sonora originale!

A chi piace il profumo della carta?
Non solo invenzioni futuristiche! Per tutti gli amanti della carta ho preparato illustrazioni esclusive e inedite inserite con tanto amore nel romanzo in formato cartaceo!
La redazione è particolarmente colpita dall’illustrazione a pagina 215… ma non vi dico perché!
“Ad Lucem” a tutti voi e a presto!
Keri.
2 pensieri riguardo “5 curiosità sulla fantascienza araba”