LE 4 TIPOLOGIE DI EXTRATERRESTRI NELLA FANTASCIENZA (e qualche dritta per la loro descrizione)
Quando pensiamo agli extraterrestri nella fantascienza, di solito ci vengono in mente piccoli omini grigi o verdi. Eppure, agli albori della letteratura gli alieni erano visti in maniera molto diversa, come animali mitologici e personaggi da fiaba in sella a fantastiche cavalcature.
Più avanti sono stati descritti come uomini-pipistrello, sirene, unicorni, creature tripodi, divinità tentacolate o addirittura solidi platonici. Curiosi di saperne di più? Allora cominciamo l’avventura!
Anzi no, prima le presentazioni: sono Eva e faccio parte del trio di autori che ha dato vita alla saga Stargarden Universe. Come dicono i nostri personaggi: «Ex tenebris ad lucem!» e ora, iniziamo davvero!
Extraterrestri nella fantascienza: le quattro tipologie principali
Nella fantascienza, gli alieni possono essere di quattro tipi:
- antropomorfi: extraterrestri che hanno un aspetto umanoide;
- zoomorfi: alieni le cui caratteristiche fisiche ricordano quelle di animali o insetti terrestri, come i famosi rettiliani;
- vegetali: esseri senzienti il cui aspetto è assimilabile a quello di piante, fiori o alberi del nostro pianeta;
- extraterrestri completamente diversi da ogni forma di vita presente sulla Terra.

Le origini degli extraterrestri nella fantascienza
La prima opera scritta che parla di alieni è ritenuta “La storia vera” di Luciano di Samosata. Qui gli alieni, che abitano sulla luna, sono cavalieri antropomorfi chiamati Ippogipi (che si presentano in sella a enormi avvoltoi) e Psyllotoxoti (alla guida di pulci grandi come dodici elefanti).
Abbiamo un altro esempio molto antico di alieni in un racconto tratto da “Le mille e una notte”: si tratta de “Le avventure di Bulukiya“, in cui il protagonista, attraversando il cosmo alla ricerca della pianta dell’immortalità, incontra favolosi extraterrestri con l’aspetto da jinn, sirene, serpenti giganti e alberi parlanti.
La svolta del telescopio
L’interesse per le forme di vita aliene esplose nel XVII secolo, grazie all’avvento del telescopio.
La possibilità di vedere gli oggetti spaziali come mai si era potuto fare prima pose numerosi interrogativi filosofici e religiosi, legati all’intervento di Dio nella creazione di esseri senzienti diversi dall’uomo. Sono riflessioni che troviamo all’interno di opere quali “Paradiso Perduto” di Milton e “Conversazioni sulla pluralità dei mondi” di Bernard le Bovier de Fontenelle.
La grande burla della luna

Nell’Ottocento la tecnologia migliorò ulteriormente, videro la luce i primi telescopi rifrattori e la fiducia nel poter scoprire forme di vita extraterrestri aumentò sempre di più.
Su questa fiducia ci fu anche chi costruì elaborate beffe, come quella della cosiddetta “Great Moon Hoax“, ovvero “La grande burla della luna“. Si tratta di una serie di articoli pubblicata sul “New York Sun” a partire dall’agosto del 1835, incentrata sulla sedicente scoperta di una civiltà sulla luna.
L’intento dell’autore (il giornalista e scrittore britannico Richard Adams Locke) era satirico, ma fu preso sorprendentemente sul serio fino a quando l’inganno non fu rivelato.
Gli extraterrestri della “Great Moon Hoax” sono descritti come esseri favolosi: unicorni blu, bisonti che pascolano sulle dune lunari, uomini pipistrello che abitano all’interno di templi d’oro. Se vi sembra buffo e inverosimile, sappiate che l’intento di Locke era proprio ridicolizzare le bizzarre teorie astronomiche in voga all’epoca (come ad esempio “La scoperta di molte distinte tracce di abitanti lunari, in particolare di uno dei suoi edifici colossali”, il trattato di Franz von Paula Gruithuisen che ipotizzava la presenza di vegetazione, mura e fortificazioni sul nostro satellite).
Successivi sviluppi
Da fine Ottocento in poi si affermarono molti autori fondamentali per la sci-fi, che ridefinirono il modo di vedere gli extraterrestri nella fantascienza.
Senza dubbio va citato il grande H. G. Wells, che con “La guerra dei mondi” (1898) descrive gli alieni come esseri tripodi, ostili e completamente diversi dall’uomo, sia fisicamente che psicologicamente. Anche lui, come il creatore della burla lunare ottocentesco, con la sua arte affabulatoria riuscì a convincere il pubblico di aver scoperto veramente una forma di vita aliena!

Un altro geniale creatore di alieni è poi Lovecraft, che ha fondato una vera e propria mitologia extraterrestre, complessa e omnicomprensiva, che si dipana all’interno di tutte le sue opere.
Gli alieni di Lovecraft, così come i loro manufatti, sono inquietanti, misteriosi e terrificanti: trasmettono quel senso di orrore misto a fascinazione che si potrebbe trovare veramente davanti a una creatura non appartenente al nostro mondo e ai nostri schemi mentali. Sono creature oniriche e spesso zoomorfe, molte volte con arti o altre parti del corpo che ricordano pipistrelli o animali marini.

Grande influenza ha poi avuto la diffusione delle riviste pulp americane negli anni Venti e Trenta, in cui gli alieni sono spesso rappresentati come mostri zoomorfi nemici dell’uomo o come ominidi dalla pelle verde. L’influsso di questi racconti è stato tale da essere stato riscontrato anche nelle confessioni sotto ipnosi di Pier Fortunato Zanfretta, protagonista del più eclatante caso di abduction mai avvenuto in Italia.
Una visione che ribalta l’immaginario degli extraterrestri nella fantascienza è invece il racconto “La sentinella” di Fredrick Brown, nel quale la visione antropocentrica degli alieni viene completamente rovesciata.
La rassegna potrebbe andare avanti all’infinito, ma per evitare di dilungarci troppo faremo ancora un paio di esempi.
Tra i grandi classici da citare, dobbiamo senza dubbio segnalare “Neanche gli Dei” di Asimov. In questo libro troviamo extraterrestri realmente diversi da tutto ciò che siamo abituati a vedere sulla Terra, come se l’autore fosse riuscito davvero a dare una sbirciatina in un altro mondo.
Gli alieni Duri e Morbidi vivono in un universo parallelo, con leggi fisiche totalmente diverse dalle nostre, cosa che si riflette sul loro aspetto, sul modo di comunicare, di organizzarsi, di socializzare e di riprodursi. Un cult imprescindibile per chiunque voglia capire come descrivere una forma di vita aliena in modo originale!
Gli extraterrestri nella fantascienza italiana contemporanea: Resurrezione
Siccome noi Gardeners siamo sempre attenti alle novità e alla fantascienza italiana, segnaliamo anche una recente opera di una talentuosa scrittrice italiana: “Resurrezione” di Elena Di Fazio, vincitrice del Premio Urania 2020. Un romanzo che ha stregato tutti i membri della redazione di Stargarden Universe!
(Nota: se non l’avete ancora letto, forse è meglio che saltiate questa parte,
perché contiene qualche spoiler sulla trama!)
Una delle peculiarità che ci ha più colpiti di “Resurrezione” è proprio la descrizione degli alieni, che non hanno nulla di antropomorfo o zoomorfo. Si tratta di esseri senzienti a forma di tetraedri (solidi platonici), privi di qualsiasi organo sensoriale assimilabile ai sensi umani. Anche il loro ciclo vitale è molto diverso dal nostro, così come il modo di considerare la vita e la morte. Questo porterà a colpi di scena davvero spettacolari.
Un romanzo avvincente e ben orchestrato, che tiene alta l’attenzione dalla prima all’ultima pagina… consigliatissimo!
Ma ora, mettiamo da parte gli alieni tetraedici e parliamo di quelli più diffusi dell’immaginario collettivo: i Grigi.
Chi ha creato i Grigi?

Ammettiamolo: quando pensiamo agli alieni, una delle prime immagini che ci viene in mente è quella dei cosiddetti “Grigi”, ovvero umanoidi calvi, con pelle grigiastra e grandi occhi neri. Da dove deriva questa iconografia?
La loro prima comparsa risale al film di Steven Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo” del 1977. Questa pellicola ebbe un successo tale da spodestare lo stereotipo degli “omini verdi” delle riviste pulp e introdurre, appunto, i Grigi, che furono poi utilizzati anche da serie di successo come “X-files”.
Bisogna inoltre citare i famosi filmati che il produttore discografico londinese Ray Santilli divulgò nel 1995 con le televisioni e i giornali di tutto il mondo: video che ritraggono autopsie effettuate su corpi di alieni grigi ritrovati a Roswell (celebre città statunitense dove precipitò un oggetto volante non identificato nel 1947). L’autenticità di queste pellicole è però stata smentita dagli esperti.
Come descrivere un alieno?
Veniamo ora a qualche suggerimento per descrivere gli extraterrestri in un romanzo fantascientifico, facendo tesoro di tutti gli spunti che abbiamo visto finora:
- Rifarsi all’iconografia popolare solo se è funzionale alla storia. Ad esempio, se scriviamo un romanzo dal sapore steampunk potrebbe essere interessante inserire un abitante della luna ispirato alle creature della “Great Moon Hoax“; se ambientiamo una storia a Roswell, invece, ha senso utilizzare i Grigi. Se però il richiamo non è giustificato dall’ambientazione, usare questi stereotipi potrebbe rivelarsi un po’ banale.
- Delineare le condizioni del pianeta di origine: ricordatevi che le caratteristiche fisiche di un essere vivente sono funzionali all’ambiente in cui abita, quindi dobbiamo sapere molto bene com’è il luogo da cui proviene il nostro alieno.
- Studiare la biologia: per sfruttare il consiglio di cui sopra, è importante avere qualche nozione base di biologia. Non dobbiamo diventare esperti in materia, ma nell’era di internet una ricerca approfondita dell’argomento è alla portata di tutti.
- Pensare anche all’aspetto psicologico: una creatura che proviene da un mondo diverso apparterrà a una civiltà completamente differente dalla nostra, avrà un altro modo di comunicare, di organizzarsi e di approcciarsi alla vita. Delineiamo bene questi punti prima di mettere in scena i personaggi alieni.
Gli extraterrestri nella fantascienza di Stargarden Universe
All’interno di “Dark Ghost”, il primo romanzo di Stargarden Universe, vengono spesso nominati gli Ancestrali: alieni venerati come divinità, portatori di un messaggio di pace.
Il loro aspetto non è ancora stato svelato, ma lo sarà nei prossimi libri! Per ora possiamo anticipare che è molto vario: alcuni Ancestrali sono antropomorfi, altri zoomorfi e altri ancora hanno caratteristiche completamente diverse dagli esseri viventi che popolano il nostro pianeta. Inoltre, ciascuno è collegato a un personaggio mitologico, perciò ognuno di loro è riconducibile a un culto, una religione o un pantheon terrestri. Perché? Non possiamo fare spoiler, continuate a seguirci per scoprirlo!
“Dark Ghost” è disponibile su Amazon, in versione e-book o cartacea (quest’ultima è davvero imperdibile, perché contiene illustrazioni inedite!). Per dare un’occhiata alla trama, cliccate qui: “Dark Ghost – essere umani non basta“.

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