Il più eclatante caso di abduction in Italia analizzato nel dettaglio
Nell’entroterra ligure, in provincia di Genova, tra il 1978 e il 1981 il metronotte Pier Fortunato Zanfretta dichiarò di aver subito undici episodi di rapimento da parte degli alieni.
Sul luogo del primo caso di presunta abduction, i carabinieri rilevarono una grande traccia a ferro di cavallo; numerosi testimoni avvistarono oggetti non identificati nei dintorni.
A seguito di alcune sparizioni, inoltre, Fortunato Zanfretta fu trovato a parecchi chilometri dal luogo di partenza, dimostrando di aver percorso distanze impensabili con i mezzi che aveva a disposizione. Del caso si interessarono giornalisti, carabinieri, ipnologi, psichiatri e persino due ufologi che vennero a trovare il metronotte dagli USA.
Quanto c’è di vero e quanto c’è di falso nel caso Zanfretta? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza, dati alla mano: analizzeremo l’inchiesta giornalistica del cronista che partecipò in prima persona alla vicenda.
L’inchiesta di Rino Di Stefano
Il giornalista Rino Di Stefano documentò gli avvenimenti fin dalla prima sparizione di Fortunato Zanfretta. I risultati delle sue inchieste sono presentati nel corposo libro “Il caso Zanfretta: La vera storia di un incredibile fatto di cronaca“, corredato da molteplici fonti quali perizie psicologiche, foto, rapporti dei carabinieri e persino una radiografia del cranio di Zanfretta.
Sono inoltre presenti le trascrizioni delle numerose sedute ipnotiche alle quali fu sottoposto il metronotte, anche dietro l’assunzione del cosiddetto “siero della verità” (il Penthotal), molto in voga all’epoca per sondare la sincerità delle persone ma ora ritenuto poco attendibile.
In ogni modo, Zanfretta durante tutte le ipnosi si dimostrò sempre coerente col racconto dei suoi incontri ravvicinati, nonostante i vari tentativi dei medici di farlo cadere in contraddizione. In alcune sedute parlò addirittura in una lingua sconosciuta sulla Terra, che gli sarebbe stata suggerita dagli alieni.

Pro
Vediamo ora le possibili prove a sostegno delle tesi di Fortunato Zanfretta:
- tracce nel terreno: come abbiamo già anticipato, nel luogo della prima abduction riferita dal metronotte fu trovata una larga impronta a ferro di cavallo sul terriccio. Gli inquirenti non riuscirono a risalire alla fonte;
- avvistamenti di UFO nella zona: in quel periodo i carabinieri raccolsero una cinquantina di testimonianze di oggetti non identificati nel genovese;
- condizioni ambientali particolari: a seguito di tutti gli episodi di “rapimento”, nell’auto di Fortunato Zanfretta fu rilevata una temperatura elevatissima; il metronotte stesso presentò sempre una temperatura corporea alta nonostante il freddo, nonché vestiti asciutti anche sotto la pioggia.
- distanze percorse da Zanfretta: il metronotte fu spesso ritrovato sulla sommità di montagne che potevano essere raggiunte in macchina solo attraverso una strada stretta (e sbarrata dalla polizia). Questo sembrerebbe comprovare il fatto che sia stato prelevato, assieme al veicolo, da un’astronave aliena;
- “predizioni”: durante una seduta ipnotica, Zanfretta predisse che gli alieni avrebbero visitato i cieli spagnoli il giorno seguente. Così avvenne: l’indomani, la stampa riferì di un avvistamento ufologico a Guadalajara, a una cinquantina di chilometri da Madrid.
Contro
Nonostante gli elementi a sostegno della buona fede di Zanfretta, ci sono comunque parecchi particolari che non tornano nella vicenda, perché appaiono fantasiosi e poco credibili. Qualche esempio:
- il “Principe dei Dargos”: il capo degli extraterrestri viene designato dal metronotte con questo nome, piuttosto “fumettoso” e stereotipato; il suo aspetto mostruoso rimanda, inoltre, alle descrizioni degli extraterrestri delle riviste pulp americane;
- La misteriosa piramide aliena: Pier Fortunato Zanfretta dichiarò di aver ricevuto dai Dargos una fantomatica piramide chiusa in una sfera, con l’ordine di nasconderla finché non l’avessero richiesta indietro. Questo oggetto richiamò addirittura l’attenzione di due ufologi statunitensi, che andarono a trovare il metronotte nel suo paesino ligure con la speranza di vedere l’oggetto. Zanfretta, però, non rivelò mai il luogo dove sarebbe nascosto il reperto;
- Il portale misterioso: il metronotte raccontò di poter raggiungere la piramide attraverso portali disseminati nelle zone che frequentava di solito (prima ce n’era solo uno negli Appennini liguri, poi se ne sarebbe materializzato un altro nel parcheggio del suo luogo di lavoro);
- L’impianto nel cranio: Zanfretta dichiarò a Di Stefano che, durante un check up medico, un dottore si accorse che nel suo cranio c’era un corpo estraneo, ubicato nello stesso punto dal quale provenivano le scariche elettriche e gli ordini inviati dai Dargos. La lastra in questione, però, non fu mai trovata. Anni dopo Zanfretta fu sottoposto ad esami analoghi, ma non fu rilevata traccia dell’impianto.
Pro/Contro
Passiamo ora a un elemento che potrebbe rientrare sia nella lista dei pro sia in quella dei contro: le perizie psicologiche.
Nel 1981 Zanfretta fu sottoposto a un accurato esame che durò, tra le diverse sedute, circa due mesi. La effettuò il dottor Franco Lombardi, specialista in psichiatria e aiuto primario presso l’ospedale psichiatrico provinciale di Genova-Quarto. Nella relazione si legge:
“Appare sincero e in buona fede ancorché estremamente suggestionabile e con scarse capacità di critica ed autocritica”.
Dottor Franco Lombardi
Nelle perizie che si avvicendarono nel corso degli anni, non fu mai rilevata traccia di pazzia, né cattiva fede da parte di Zanfretta, elementi che depongono a suo favore.
Per contro, furono riscontrati un’elevata dose di suggestionabilità e “un bisogno scoperto di attrarre l’attenzione e di figurare valorizzando se stessi”, per citare nuovamente Lombardi.
I rapimenti alieni di Pier Fortunato Zanfretta: conclusioni
Tirando le fila dell’inchiesta, possiamo affermare che qualcosa di strano è accaduto: le tracce sul terreno e i numerosi avvistamenti di oggetti non identificati sono senza dubbio fatti misteriosi, per i quali non c’è ancora una spiegazione certa.
Appare altrettanto vero, però, che molti episodi potrebbero essere stati rielaborati dalla fantasia di Pier Fortunato Zanfretta, non per cattiva fede o furbizia, ma per altri fattori psicologici.
Di certo per il metronotte è stata un’esperienza sconvolgente, che gli ha cambiato la vita in peggio (ha perso il lavoro, ha divorziato) e ha lasciato segni pesanti anche a livello fisico, come dimostra il fatto che, nei due anni successivi al primo avvistamento, tutti i suoi nerissimi capelli diventarono bianchi.
Pier Fortunato Zanfretta non ha mai approfittato della notorietà derivata dagli incontri coi Dargos e di certo non si è arricchito: è stato protagonista di una vicenda oscura e traumatica, sulla quale – probabilmente – non scopriremo mai la verità.

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Credo che gli uomini non si siano ancora resi conto di ciò che sta succedendo e che succederà presto. Sono troppo presi da problemi politici che distolgono da certe verità importanti.
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Sicuramente ci sono tantissime cose che ancora non sappiamo o fingiamo di non vedere.
– Eva
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