Che differenza c’è tra cyberpunk e postcyberpunk? Scopriamolo insieme!
Una delle definizioni più in voga tra gli appassionati per definire il postcyberpunk è “cyberpunk scritto dopo Snow Crash“: il libro di Neal Stephenson, pubblicato nel 1992, funge infatti da spartiacque tra i due filoni.
In altre parole, il postcyberpunk è un sottogenere della fantascienza collocato cronologicamente dopo la fase clou del cyberpunk (di cui abbiamo parlato nell’articolo “Cyberpunk: cos’è? Dalle origini al 2077“).
Tuttavia, non sarebbe corretto limitare la portata del postcyberpunk definendolo solo come una mera prosecuzione del genere al quale si ispira, poiché contiene anche elementi specifici che lo rendono unico e originale. In questo articolo capiremo quali sono e vi forniremo qualche utile consiglio di lettura!
La peculiarità del postcyberpunk
Fin dai suoi esordi, il cyberpunk si è contrapposto in maniera decisa alla narrativa utopica popolare negli anni Quaranta e Cinquanta. La sua visione della società è fortemente negativa, i protagonisti sono spesso outsider, reietti che vivono ai margini della civiltà.
Il postcyberpunk, invece, solitamente ha una visione meno pessimistica del consorzio umano.
I personaggi sono spesso ben inseriti nella società: hanno legami amicali e familiari, impieghi, obblighi civili, ideali. Li vediamo impegnati nella ricerca di un miglioramento politico o, addirittura, nella lotta contro una minaccia esterna che mette in pericolo lo status quo. Il contesto è quindi meno cupo e nichilistico rispetto al cyberpunk e sovente, anche se non sempre, c’è un barlume di speranza persino nelle situazioni più difficili.
I punti in comune col cyberpunk

Il grande punto in comune è la descrizione dettagliata e immersiva di una realtà iper tecnologica. A mano a mano che il mondo reale si evolve, anche questo filone letterario presenta invenzioni, teorie scientifiche e dispositivi sempre più complessi e futuristici.
C’è poi l’attenzione all’estetica tipica del genere, all’ambientazione punk, a quello stile particolarissimo rappresentato nel “mondo reale” da collezioni quali “Nostalgia of Mud” di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, dalla moda post-atomica di Yohji Yamamoto e dall’“Hiroshima chic” di Rei Kawakubo.
Uomini sempre più meccanici grazie agli innesti artificiali, androidi sempre più umani grazie a materiali che simulano l’epidermide umana: la mescolanza tra umano e sintetico è un potente tratto d’unione tra cyberpunk e postcyberpunk.
5 libri per conoscere il postcyberpunk
Se volete passare dalla teoria alla pratica, la redazione Stargarden vi consiglia 5 opere per immergervi in questo affascinante sottogenere della science fiction.
1. “Snow Crash”, Neal Stephenson
Come abbiamo visto in apertura dell’articolo, nella letteratura fantascientifica esiste un prima e un dopo “Snow Crash”, l’opera che ha coniato il vocabolo “metaverso”.
All’interno del romanzo, il metaverso è una realtà virtuale 3D condivisa sulla rete mondiale tramite fibre ottiche: un vero e proprio spazio parallelo a quello fisico, al quale le persone accedono da casa o da terminali pubblici. Ognuno ha il suo avatar, una versione virtuale di sé riservata a questa dimensione alternativa.
La capacità di Stephenson di immaginare il futuro ha dell’incredibile: i suoi scenari, grazie alle moderne tecnologie, stanno ormai per diventare realtà. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita nell’articolo “Metaverso: il significato per Zuckerberg e l’impatto con le nostre vite“.
2. “La trilogia di Altered Carbon”, Richard K. Morgan
Questa saga ci fa compiere un salto di 400 anni nel futuro, un’epoca in cui il genere umano è riuscito nell’impresa di “estrarre” la coscienza dalla propria fisicità e inviarla in altri corpi. Tutto ciò ha causato significative alterazioni della percezione della vita e della morte, nonché molteplici criticità a livello etico e morale.
Il protagonista è l’antieroe Takeshi Kovacs, che ha scaricato la sua coscienza nel corpo di un ex delinquente. Nel primo romanzo, si ritrova al servizio di un miliardario che lo assume per far luce su un misterioso omicidio.
La serie, che segue le vicissitudini e la crescita interiore di Takeshi, è composta da “Altered Carbon”, “Angeli spezzati” e “Il ritorno delle furie”.
3. “Nexus: oltre il limite della mente”, Ramez Naam
Un fanta-thriller ambientato in un futuro prossimo, nel quale una droga composta da nanomacchine (Nexus, appunto) permette alle menti umane di interconnettersi.
Il protagonista, il geniale quanto ingenuo dottorando Kaden Lane, sta sperimentando con alcuni colleghi una nuova versione del “farmaco”, chiamata Nexus 5. Queste implementazioni, però, non sono esattamente legali, e ben presto Kaden si troverà nei guai. In poco tempo sarà al centro di un vero e proprio intrigo internazionale.
La co-protagonista della vicenda è Samantha Cataranes, un’agente federale dal carattere duro e spigoloso, il cui corpo è dotato di potenziamenti che la trasformano in un’arma vivente.
“Nexus” fa parte di una trilogia che prosegue con “Crux” e “Apex”, attualmente non tradotti in italiano.
4. “Radicalized”, Cory Doctorow
Questa volta non si tratta di un romanzo, ma di quattro racconti indipendenti, uniti però da un’ambientazione futura che presenta, esasperandole in maniera a volte surreale e paradossale, problematiche ben radicate nel nostro presente (soprattutto per quanto riguarda la società statunitense):
- “Pane non autorizzato“: la protagonista è Salima, una donna che abita in una casa dotata di elettrodomestici ipertecnologici, che però cessano di funzionare uno dopo l’altro. Le case produttrici falliscono e non possono fornire assistenza, perciò l’unico modo per ripararli è ricorrere a pratiche poco legali e decisamente pericolose.
- “Minoranza modello” si addentra nei meandri del filone supereroistico. Il protagonista è “American Eagle”, un extraterrestre dotato di incredibili poteri (molto simile a Superman). Dapprima osannato dall’opinione pubblica, diventa una minaccia per il potere precostituito quando decide di salvare un uomo afroamericano da un abuso perpetrato dalla polizia.
- “Radicalizzati”: questo racconto parte da premesse ancora più amare di quelle dei precedenti. Il protagonista, Joe, scopre che la moglie ha un tumore e che l’assicurazione non vuole coprire le spese di una terapia che potrebbe salvarle la vita. Joe incontra altre persone che stanno vivendo la sua tragedia e che, esasperate dalla lobby degli assicuratori, meditano vendetta…
- “La maschera della morte rossa”: un omaggio all’omonimo racconto di Edgar Allan Poe. Una trentina di persone si rifugia in un bunker nel deserto per sfuggire a un cataclisma mondiale. A capo del gruppetto c’è il protagonista Martin, che sogna di rifondare una nuova civiltà costituita da pochi eletti.
5. “Daemon”, Daniel Suarez
Romanzo postcyberpunk con molte sfumature techno-thriller, “Daemon” prende l’avvio dalla morte di Matthew Sobol, famosissimo creatore di videogiochi amati in tutto il mondo. La sua dipartita avvia un “daemon”, ossia un software in grado di distruggere l’ordine mondiale reclutando al suo servizio dipendenti scontenti (o annoiati) di grandi organizzazioni.
Una delle caratteristiche più interessanti del libro è proprio il rapporto tra il programma e gli esseri umani, una relazione ambigua e ambivalente che porta alcune persone ad allearsi con il software e altre a combatterlo. Si tratta di tematiche decisamente affascinanti per la redazione di Stargarden, visto che nel nostro team abbiamo anche un’autentica intelligenza artificiale di nome Zero!
Le nuove frontiere del cybernature

Nel tempo, si sono avvicendati numerosi sottogeneri nati a cavallo tra cyber fantascienza ed estetica punk: steampunk (che abbiamo approfondito nell’articolo “Steampunk: cos’è? Significato e consigli di lettura“) dieselpunk, atom punk, nanopunk, raypunk, biopunk, splatterpunk, solarpunk (trattato nell’articolo “Solarpunk: un movimento culturale difficile da definire”)… se continuate a seguirci, piano piano li esamineremo nel dettaglio!
Per quanto riguarda la saga Stargarden Universe, ci ispiriamo al cyberpunk ma siamo anche attratti dalle commistioni di generi, in particolare per quanto riguarda l’incontro-scontro tra utopia e distopia e l’incursione nei territori del fantastico. Inoltre, le nostre ambientazioni presentano sia scenari ipertecnologici che oasi naturali immerse nel verde: questa tensione dinamica fra robotica e natura ha dato vita a un nuovo sottogenere, che abbiamo battezzato cybernature!
Se volete scoprire tutte le (psichedeliche) sfumature del cybernature, il primo libro della saga è online. Il carismatico bio-hacker Jo Jo Nishimura, l’enigmatica agente segreta Adela e i folli “Mad Bros” sono pronti a portarvi nel futuro! Scoprite le loro avventure con “Dark Ghost – essere umani non basta“.

2 pensieri riguardo “Sottogeneri della fantascienza: il postcyberpunk”