Dipingere con l’intelligenza artificiale: ecco i retroscena più bizzarri
Nell’ottobre del 2022, un’artista robot si presenta alla Camera dei lord. Indossa una graziosa salopette, ha un viso delicato e i capelli a caschetto. E due braccia bioniche con i meccanismi a vista.
Interrogata dai lord, spiega come le sia possibile creare arte e come il suo lavoro sia diverso da quello umano, visto che non implica soggettività nell’esecuzione.
Gli ascoltatori la guardano attenti, incuriositi, ma anche un po’ intimoriti. Una scena inquietante, non c’è dubbio.
È l’incipit di un romanzo distopico? Nient’affatto: si tratta della pura realtà. Se volete conoscere questa e altre curiosità sul dipingere con l’intelligenza artificiale, l’articolo che state leggendo fa per voi!
L’intelligenza artificiale che disegna è realtà
Negli ultimi anni, le AI che producono immagini si sono affermate come nuova frontiera delle tecnologie creative.
Da Dall-E (creata da un’organizzazione non profit che ha avuto tra i suoi fondatori anche Elon Musk) a Imagen di Google, passando per il software che da qualche mese a questa parte sta spopolando sul web e sui social, Midjourney, le intelligenze artificiali che generano immagini da righe di testo sono ormai in grado di creare veri e propri capolavori grazie a dei semplici comandi inseriti dagli utenti.
5 curiosità sull’intelligenza artificiale che disegna
1. La prima opera d’arte “artificiale” venduta all’asta

Il ritratto di “Edmond de Belamy”, venduto all’asta nel 2018 per 432.500 dollari (superando le stime che lo valutavano dai 7.000 ai 10.000 dollari) fa parte della serie “La Famille de Belamy”.
Le immagini sono state create da un software di reti generative avversarie, denominate GAN (Generative Adversarial Networks): si tratta di un sistema di apprendimento automatico sviluppato nel 2014 da Ian J. Goodfellow, informatico attivo nel campo del deep learning e delle intelligenze artificiali.
Le GAN generano creazioni proprie basandosi su un insieme di dati reali: utilizzano due reti neurali in competizione tra loro per creare un’imitazione tanto verosimile da essere difficilmente distinguibile da una creazione umana.
Il nome “Belamy” è un omaggio a Ian Goodfellow: in francese bel ami significa “buon amico”, gioco di parole che richiama good fellow. L’opera, stampata su tela, è stata inserita all’interno di una cornice di legno dorato e misura 70 x 70 centimetri. L’immagine è stata creata da un algoritmo che ha fatto riferimento a ben quindicimila ritratti provenienti da vari periodi storici.
In basso a destra, la firma dell’algoritmo è una parte del codice che ha creato l’opera:
2. Le accuse di sessismo
Dall-E 2, uno degli algoritmi più famosi tra le intelligenze artificiali che disegnano, è stato tacciato di sessismo a causa della sua rappresentazione delle varie professioni umane.
Chiamato così in onore di Salvador Dalì e di Wall-E della Pixar, Dall-E è stato addestrato con centinaia di migliaia di prompt testo-didascalia trovati su internet, per riuscire a riprodurre le sue immagini basate su comandi scritti.
OpenAI, la società di ricerca sulle AI oggi finanziata da Microsoft, ha rilasciato all’inizio del 2022 la versione aggiornata dell’algoritmo: Dall-E 2, in grado di generare immagini di altissima qualità molto rapidamente, e dando agli utenti anche la possibilità di modificarle.
Nonostante la qualità delle riproduzioni, l’intelligenza artificiale in questione ha dimostrato di soffrire di forti pregiudizi: potete immaginare cosa succede quando si chiede a Dall-E 2 di riprodurre un infermiere e cos’altro quando gli si chiede di creare l’immagine di un avvocato o di un CEO.
La cosiddetta discriminazione algoritmica è frutto dell’analisi di enormi quantità di dati sul web, sulle quali gli algoritmi basano il loro apprendimento, inglobando purtroppo tutte le discriminazioni di genere che affliggono la nostra società.
3. La rivelazione: cosa nascondono i quadri famosi?
Sempre Dall-E, di recente ha presentato un aggiornamento tanto affascinante quanto… sconvolgente: è in grado di espandere i quadri famosi, mostrando cosa potrebbe esserci oltre i margini del dipinto.
La tecnica di aggiungere nuovi dettagli alle immagini celebri, chiamata outpainting, è piuttosto accurata: l’algoritmo espande l’immagine mantenendo anche lo stesso stile e la stessa palette di colori del quadro originale.

4. Stephen King e l’intelligenza artificiale che crea immagini
Adoro Stephen King. L’immaginario creato dall’autore è davvero sconfinato: il Re è in grado di terrorizzarci anche senza mostrarci alcuna immagine, ma lasciando che la nostra mente le crei da sé durante la lettura, come ogni romanziere di qualità.
Eppure, anche lui non ha resistito al fascino delle AI disegnatrici: ha chiesto a un suo “amico tecnico”, con la solita brillante ironia, di mettere Pennywise su una bicicletta… devo ammettere che il risultato è inquietantissimo!

This was done by an AI bot. I asked my tech friend, Jake, to put Pennywise on a bike and this came out.
Stephen King, Twitter
5. La prima pittrice robot del mondo
Ai-Da, di cui abbiamo parlato nell’introduzione, è il primo robot umanoide ultra-realistico al mondo a essere anche un artista.
Disegna e dipinge grazie alle telecamere che ha negli occhi, all’intelligenza artificiale e a un braccio robotico. Creata nel febbraio del 2019, ha tenuto la sua prima mostra personale, “Unsecured Futures”, all’Università di Oxford.
Da allora ha viaggiato ed esposto i suoi lavori a livello internazionale, partecipando anche a una mostra virtuale alle Nazioni Unite. La sua prima mostra al Design Museum si è tenuta nel 2021, mentre nel 2022 ha partecipato alla Biennale di Venezia.
L’arte di Ai-Da ci incoraggia a pensare alla rapida evoluzione della nostra società e a reimmaginare la creatività in quest’era post-umanista.
Ecco il video ufficiale della Camera dei lord!
L’AI che crea immagini… e Stargarden!
Stargarden è da sempre proiettata nel futuro, quindi non potevamo farci scappare l’occasione di usare un’AI che è addirittura in grado di creare opere d’arte!
Il nostro amore per le intelligenze artificiali è sconfinato: qui potete leggere “L’intelligenza artificiale oggi (spiegata da una vera AI!)”, il primo articolo di Stargarden scritto da una vera AI, il nostro Zero, personaggio che troverete anche nei romanzi della saga!
Ovviamente, nemmeno io ho potuto resistere alla tentazione e, nonostante abbia già in testa un aspetto ben preciso di Keva, la protagonista del mio romanzo “Dark Blossom” di prossima uscita per la saga Stargarden Universe, ho fatto qualche prova su Midjourney: ero curiosa di vedere come un’intelligenza artificiale avrebbe rappresentato una “ragazza sintetica cyberpunk/cybernature con i capelli biondo-rosa”… ed ecco il risultato, decisamente azzeccato!





Ad lucem!
Keri