Il retrofuturismo è una corrente artistica che si ispira al modo in cui, nel passato, veniva immaginato il futuro
Facciamo subito un esempio concreto: se nell’Ottocento si favoleggiava che fosse possibile raggiungere la luna con un razzo di ferro e una tuta da palombaro, un’opera retrofuturista potrà usare tali suggestioni per equipaggiare i suoi astronauti. Oppure, può prendere spunto da invenzioni progettate e mai realizzate, che avrebbero potuto cambiare il corso della storia.
A seconda del grado di realismo e di veridicità scientifica, una storia appartenente a questo filone potrà virare più verso il fantasy o più verso la fantascienza.
Steampunk e dieselpunk
Tra le varie sfumature che può assumere il retrofuturismo, quelle dello steampunk e del dieselpunk sono forse le più famose.
Steampunk

Lo steampunk è un sottogenere della narrativa fantascientifica che introduce in un’ambientazione passata tecnologie mai esistite; le storie appartenenti a questo filone sono (quasi sempre) ambientate nella Londra dell’epoca Vittoriana. Macchine a vapore, pulegge, occhialoni da aviatore, orologi con ingranaggi a vista e dirigibili sono elementi tipici dell’estetica steampunk. Si ispira a un’epoca in cui il progresso tecnologico era visto con fiducia e ottimismo.
Per approfondire l’argomento, vi consigliamo l’articolo “Steampunk: cos’è? Significato e consigli di lettura“.
Dieselpunk

Anche questo sottogenere prende spunto dalle tecnologie del passato. La caratteristica più saliente è però la presenza, nelle storie, delle prime macchine azionate a motore diesel, che soppiantarono i motori a vapore. Questa tecnologia ricevette una grandissima spinta con la Prima guerra mondiale, quando si diffusero navi e locomotrici diesel.
Tuttavia, non bisogna pensare che la presenza o meno di un mezzo a locomozione diesel sia la sola discriminante tra steampunk e dieselpunk. Lo scrittore Scott Westerfeld sostiene che il punto di divisione consiste nel momento “in cui la modernità passa dall’essere ottimista all’essere pessimista”, ovvero la Prima guerra mondiale. L’immaginario dieselpunk, infatti, è più cupo e influenzato dai conflitti globali.
Potete scoprire altri dettagli su questo tema leggendo “Dieselpunk, steampunk e cyberpunk: tutte le differenze“.
Il retrofuturismo è utopico?
Spesso si tende a identificare il retrofurismo con lo steampunk e a contrapporre quest’ultimo al cyberpunk. Da tale semplificazione deriva la convinzione che le opere retrofuturistiche siano utopiche, mentre quelle cyberpunk siano distopiche.
In realtà, il discorso è molto più complesso. Come abbiamo visto, il dieselpunk non brilla certo per allegria e spensieratezza. Anzi. In secondo luogo, non è detto che tutte le opere steampunk siano contraddistinte dalla fiducia per il futuro. Terzo punto, forse il più importante, i confini tra utopia e distopia sono spesso sfumati: l’una si può trasformare nell’altra, come abbiamo spiegato nell’articolo “Utopia e distopia sono davvero concetti opposti?“. Perciò, occhio a considerare il retrofuturismo come un genere utopico per definizione! La questione è molto più articolata.
Vi interessano queste tematiche? Allora la nostra saga fa per voi! Nel mondo di Gaia, la Terra del futuro, distopiche megalopoli ipertecnologiche si contrappongono agli scenari utopici e incontaminati di Nuova Eden. Se volete immergervi nell’universo di Stargarden, correte a leggere il primo volume: “Dark Ghost”, disponibile su Amazon (anche in versione cartacea illustrata!).

Retrofuturismo: libri
Per iniziare ad approcciarsi al genere, un’ottima idea può essere quella da iniziare dai precursori, dalle fonti che hanno influenzato tutta la letteratura successiva: Jules Verne, Edward Page Mitchell, H. G. Wells e Sir Arthur Conan Doyle.
Parlando invece dello steampunk in senso “moderno”, il primo romanzo che rese popolare il filone è ritenuto “La macchina della realtà“, pubblicato nel 1990 da da William Gibson e Bruce Sterling. Un vero cult per chiunque voglia iniziare a conoscere questo tipo di storie.
Se amate i romanzi illustrati, non potete farvi scappare “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick. Narra le avventure di un orfano di nome Hugo Cabret, che vive nascosto nella stazione ferroviaria di Parigi. Il bambino incontra una giovane di nome Isabelle, che gli consegna una chiave collegata a un segreto sorprendente… che riguarda Georges Méliès e la sua passione per la meccanica e il cinema!
“La Lega degli Straordinari Gentlemen”: sempre in tema di opere illustrate, vi consigliamo questa splendida graphic novel scritta da Alan Moore e disegnata da Kevin O’Neill. La lega del titolo è composta da un gruppo di personaggi letterari famosi (come il Capitano Nemo, Mina Harker e il Dottor Jekyll e molti altri), che sono stati reclutati dal governo britannico per combattere contro una minaccia globale. Ambientata nell’Inghilterra vittoriana, l’opera combina elementi di avventura, azione, fantasy e science fiction, creando una trama densa di colpi di scena.
Sul versante italiano troviamo “Ophelia e le officine del tempo” di Emanuela Valentini. Londra, 1921: Ophelia è una collaudatrice e aspirante pilota di aeronavi. Lo scenario è quello di un retrofuturismo distopico nel quale sono stati inventati dispositivi chiamati “temporizzatori”, capaci di impiantare il tempo da un donatore all’altro. Il tempo, la sola risorsa che anche i più indigenti possiedono, diventa l’unica merce di scambio a disposizione della povera gente. Tra i personaggi c’è anche Nicola Tesla, che compare in poche pagine ma ha un ruolo rilevante nell’economia della storia.
Finora abbiamo esplorato solo lo steampunk. Passando al dieselpunk, uno dei più importanti romanzi del genere è ritenuto “Leviathan” di Scott Westerfeld, sebbene l’autore lo inquadri più nello steampunk. Possono essere considerati dieselpunk anche romanzi scritti prima che venisse coniata questa etichetta, ad esempio grandi classici come “La svastica sul sole” di Philip K. Dick.
Retrofuturismo: film
Iniziamo da “Voyage dans la Lune”, film muto del 1902. Prima pellicola di fantascienza della storia, è stata diretta e prodotta da quella mente geniale di Georges Méliès. È stata girata utilizzando effetti speciali innovativi per quegli anni, come la sovrapposizione di immagini e la dissolvenza. Una pietra miliare, che ha avuto un’enorme influenza sulla produzione cinematografica dell’epoca e sui film di fantascienza in generale.
“Hugo Cabret”: si tratta della pellicola ispirata a “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”, che abbiamo visto poco sopra. Un film girato con cura e con un ottimo cast, che regge perfettamente il confronto con l’opera originale.
“Il mistero di Sleepy Hollow” (1999): film di Tim Burton, liberamente tratto dal racconto “La leggenda di Sleepy Hollow” di Washington Irvin (1820). Le atmosfere steampunk sono particolarmente evidenti grazie al personaggio di Ichabod Cran (un giovane scienziato/poliziotto interpretato da Johnny Depp) e alle sue strumentazioni per l’analisi delle prove.
“Macchine mortali” (2018), adattamento dell’omonimo romanzo di Philip Reeve (che, tra parentesi, vi consigliamo di leggere in aggiunta a quelli elencati sopra!). Ambientato in un futuro distopico devastato da guerre e instabilità geologiche, racconta le avventure di Hester Shaw, una giovane donna dal volto sfregiato.
“Sherlock Holmes” (2009, diretto da Guy Ritchie). Il romanzo di Sir Arthur Conan Doyle viene reinterpretato in chiave moderna, pur mantenendo l’ambientazione vittoriana. Sherlock Holmes (Robert Downey Jr.) e Watson (Jude Law) indagano su un misterioso serial killer noto come Lord Blackwood, coinvolto in una setta che mira a conquistare il potere in Inghilterra.
Retrofuturismo: moda
Essendo una corrente artistica, il retrofuturismo non ha trasmesso le sue suggestioni solo al cinema e alla letteratura, ma anche alla moda.
L’abbigliamento steampunk è influenzato sia dall’estetica dandy ottocentesca, sia dal vestiario dei primi aviatori. Accanto a monocoli, pizzi, corsetti, guanti, orologi da taschino e cappelli a cilindro, troviamo goggles (occhialoni da aviatore), berretti e tute da pilota.
Per quanto riguarda il dieselpunk, dobbiamo invece rifarci alla Prima guerra mondiale. Accanto all’abbigliamento da aviatore condiviso con lo steampunk, abbiamo divise dell’esercito, armi, armature e maschere a gas.
E voi? Siete pronti a sfoggiare il vostro look retrofuturista? Se volete farci sapere la vostra opinione su questo genere, scriveteci ai nostri contatti ufficiali!
«Ad lucem» a tutti,
La redazione Stargarden Universe.