Miti universali e immagini dal futuro nella civiltà Maya
Immaginate una società avanzatissima che sorge tra pianure e altipiani, dotata di maestose città, raffinati sistemi matematici e una sorprendente conoscenza dell’astronomia. Questa è la civiltà Maya, una delle più grandi e affascinanti culture precolombiane della storia.
Se volete saperne di più, ma soprattutto se volete approfondire il legame tra Maya ed extraterrestri, siete nel posto giusto!
Alieni e Maya: perché sono collegati?
Diversi sono i punti a favore della teoria che vuole i Maya strettamente connessi a una qualche civiltà extraterrestre. Tra questi, uno dei più potenti e rappresentativi sono i miti: diffusi in tutto il mondo, accomunano leggende del passato di varie civiltà sorte a chilometri di distanza tra loro.
Tra tutti, ha una rilevanza incredibile il mito del diluvio universale: un racconto primordiale ricorrente in molte tradizioni del passato, tra cui i racconti biblici, la tradizione indù e le mitologie greca e babilonese.
Anche i Maya avevano una loro personale versione di questo mito: Huracan, una divinità di alto rango considerata lo spirito creatore della vita, provocò il Gran Diluvio perché adirato con gli uomini. Questo Supremo Dio Creatore che possedeva il potere del fuoco, del vento e delle tempeste (il Tezcatlipoca degli Aztechi) era d’aspetto rettiloide e veniva raffigurato con una testa di serpente.
Anche la presenza di oggetti e manufatti con raffigurazioni associabili a creature extraterrestri, a detta dei sostenitori di questa teoria, sono una testimonianza tangibile dell’ipotesi extraterrestre, insieme alla presenza di tecnologie anacronistiche o troppo avanzate per le popolazioni dell’epoca.

Il serpente piumato e gli antichi astronauti.
Uno dei principali fautori della teoria degli Antichi Astronauti, lo scrittore svizzero Erich Von Däniken, sostiene che le tematiche costanti diffuse nelle tradizioni mitologiche di queste civiltà rappresentino una testimonianza reale di ciò che successe nella storia passata e a tratti oscura dell’uomo: andrebbero quindi presi alla lettera e non interpretati in maniera simbolica come vuole il metodo scientifico attuale.
Le tematiche principali dei miti di tutto il mondo sembrano ricondurre in qualche modo alla presenza di eroi civilizzatori: delle figure salvatrici che trasmettono all’umanità precise conoscenze su astronomia, matematica, agricoltura, sistemi di leggi, usanze e riti religiosi.
kukulkan e quetzalcoatl
Il culto del serpente piumato, disceso dal cielo per portare agli uomini la conoscenza, è stato praticato in gran parte del territorio mesoamericano, per quasi 2.000 anni, da olmechi, mixtechi, toltechi, aztechi e maya. Kukulkan (dal maya yucateco: kuk “piuma” e can “serpente”) era il dio creatore che la civiltà maya adorava come proprio civilizzatore e demiurgo.
Il corrispettivo azteco di Kukulkan, Quetzalcoatl, donò il mais al genere umano e inventò la scrittura, la metallurgia e il calendario. Secondo la credenza dei cinque soli della cultura mesoamericana, la quale afferma che il nostro mondo sarebbe stato preceduto da altri quattro cicli di creazione seguiti da altrettante distruzioni, era proprio colui che ricreò il genere umano del quinto mondo, infondendo il suo stesso sangue per dare nuova vita alle ossa delle razze precedenti.
Chichén Itzá
Il complesso archeologico di Chichén Itzá, patrimonio dell’umanità UNESCO, era il maggior centro di culto di Kukulkan, con il suo tempio dedicato al serpente piumato: la grande piramide a gradoni chiamata El Castillo. I richiami astronomici qui sono molto interessanti: il totale dei gradini nelle varie facciate e nella piattaforma superiore ammonta a 365, numero che corrisponde ai giorni dell’anno o alle orbite lunari (10.000 rotazioni, quindi 365,01 giorni).
A marzo e a settembre, durante gli equinozi, un’ombra sorprendente scende lungo la rampa di scale situata a nord di El Castillo: il risultato è l’effetto visivo di un serpente con la testa illuminata, che scende lungo la scalinata.
Anche altri siti di civiltà precolombiane diverse, come Tiahuanaco in Bolivia, del quale non si conosce l’origine e i costruttori, suggeriscono una connessione con le divinità discese dalle stelle: il sito archeologico megalitico è un vero mistero sia dal punto di vista architettonico, sia per le enigmatiche incisioni presenti sulla cosiddetta Porta del Sole.
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La città degli dei
Teotihuacán, situata nella valle del Messico a circa quaranta chilometri da Città del Messico, è un sito archeologico di straordinaria bellezza le cui origini sono avvolte dal mistero. A oggi, non si sa ancora realmente chi siano i fondatori di Teotihuacán: un tempo gli archeologi pensavano fossero i Toltechi, ma la città risale a un’epoca precedente. In ogni caso, il sito presenta vestigia di svariate civiltà: teotihuacana, azteca, totonaca, zapoteca e maya.
Il missionario spagnolo Bernardino de Sahagún, che operò in Messico tra il popolo azteco, nei suoi scritti affermava che il nome “Teotihuacán” veniva tradotto come la città degli dei; un’ipotesi alternativa suggerisce invece la traduzione il luogo di nascita degli dei. In ogni caso, secondo la leggenda, la città sorge nel luogo in cui gli dei si riunirono per progettare la creazione dell’uomo.
I misteri di Teotihuacán
La città precolombiana, costruita oltre 2000 anni fa, è una città ancora avvolta dal mistero. I suoi sistemi di trasporto, le testimonianze di pratiche agricole all’avanguardia e l’architettura peculiare dimostrano che la città era molto più tecnologicamente avanzata di quanto si possa credere.
I suoi particolari templi piramidali vennero eretti utilizzando moderni sistemi ingegneristici, in particolare per la costruzione delle monumentali fondamenta: le costruzioni più importanti sono la Piramide del Sole, la Piramide della Luna e il Tempio del Serpente Piumato.
La Piramide del Sole
La Piramide del sole è la costruzione più grande di Teotihuacán e una delle più grandi di tutta la Mesoamerica. Il nome non è quello originale, che rimane tuttora sconosciuto, ma quello datole dagli aztechi al momento della scoperta della città, secoli dopo il suo abbandono. A oggi, nessuno sa chi abbia potuto costruirla, né a che scopo: in particolare, non si conosce a quale divinità fosse dedicata, né quali rituali potesse ospitare.
La piramide è orientata verso il punto in cui tramonta il sole in due precisi giorni dell’anno: il 12 agosto e il 29 aprile, intervallo che rappresenta circa un anno del calendario divinatorio di Teotihuacán. La prima data è significativa, poiché il 12 agosto rappresentava sia l’inizio dell’era presente, sia il primo giorno dell’elaboratissimo calendario maya. Inoltre, i suoi murales dai colori brillanti raffigurano stelle, serpenti e altri simboli collegati alla cosmologia mesoamericana.
All’interno della piramide, lungo un tunnel sotterraneo di 120 metri scavato dagli archeologi negli anni Trenta, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH) rinvennero nel 2011 una misteriosa maschera. Realizzata con una pietra verde detta “serpentino”, la maschera è l’unico reperto di questo genere rinvenuto a Teotihuacán e in contesti rituali simili. Non si sa quindi chi l’abbia realizzata, né chi o cosa rappresentasse.
la piramide della luna
Situata vicino alla Piramide del Sole, è la seconda più grande piramide di Teotihuacán. Viene anche chiamata “Tenan”, che in lingua nahuatl significa “pietra madre o protettiva“.
Nel 2017, grazie all’utilizzo della tomografia elettrica multielettrodo (ERT) utile per individuare le strutture sepolte, l’INAH ha rilevato la presenza di un passaggio segreto sotto al complesso archeologico.
Nessuno si è ancora permesso di scavare, ma a otto metri di profondità sotto la piramide sono stati in effetti individuati una camera segreta e un tunnel che, al momento, per gli archeologi rappresenterebbe un passaggio simbolico verso l’aldilà.
Tempio del Serpente Piumato
Il terzo complesso rituale più rilevante di Teotihuacán, per ordine di grandezza, è il Tempio del Serpente Piumato, sotto il quale è stato rinvenuto un tesoro nascosto dall’inestimabile valore archeologico.
Ma è stata fatta anche un’altra scoperta strabiliante: un vero e proprio fiume di mercurio liquido sotto alla piramide, che attraversa una camera sepolta a 18 metri di profondità. L’ipotesi degli archeologi è sempre quella: potrebbe simboleggiare una sorta di via di accesso per l’Aldilà e condurre forse alla tomba di qualche sovrano.
Il mercurio è stato trovato anche in diversi altri siti Maya situati più a sud, e si ipotizza che potesse avere una valenza sacra per le civiltà precolombiane. Interessante notare che il mercurio, uno dei pochissimi elementi presenti in forma liquida anche a temperatura ambiente e uno dei principali superconduttori elettrici, venne rinvenuto anche in tombe dell’Antico Egitto risalenti al 1500 a.C.
L’astronauta di Palenque
Esistono poi dei particolari “reperti fuori posto”, dei manufatti archeologici o paleontologici anacronistici: i cosiddetti OOPArt, dall’inglese Out Of Place ARTifacts.
Bisogna sempre valutarli con molta attenzione, dato che alcuni di questi manufatti si sono poi rivelati dei falsi creati ad hoc, come ad esempio i teschi di cristallo o le pietre di Ica.
In altre occasioni, però, esistono davvero dei reperti decisamente particolari, che sembrano raffigurare elementi extraterrestri. Ad esempio, l’Astronauta di Palenque, che sembra raffigurare un “visitatore dallo spazio a cavallo di un’astronave da cui fuoriescono fiamme, circondato da simbolismi geroglifici tipici della cultura maya.
Al prossimo articolo!
Ad lucem,
Keri