Isola di Pasqua: misteri e leggende

Nascosta nell’Oceano Pacifico, l’Isola di Pasqua è un luogo avvolto nel mito e nella magia dei suoi segreti

Conosciuto anche come Rapa Nui, questo sito arcano e incantato ha attirato l’attenzione di archeologi e ricercatori di tutto il mondo, che ancora oggi cercano di svelare i suoi segreti. Dalle imponenti statue Moai alla grotta mangia-uomini, scopriamo insieme la straordinaria storia dell’Isola di Pasqua.

L’enigma delle statue Moai

L’Isola di Pasqua ospita una quantità impressionante di statue chiamate Moai: gigantesche sculture di tufo vulcanico, con altezze che vanno dai 2,5 ai 21 metri e pesi che raggiungono le 85 tonnellate. In origine, si stima ce ne fossero un migliaio (oggi ne sono rimaste circa la metà). Non si sa di preciso cosa rappresentassero, ma forse erano legate al culto degli antenati.

Alcune di queste sculture si ergono completamente fuori da terra: è il caso del monolite chiamato Paro, che si stima raggiunga i 10 metri dal suolo. Tuttavia, altrove, le figure sono sepolte nel terreno, con solo la parte superiore che emerge. Questo è il caso dei 150 Moai più famosi, che sono interrati fino alle spalle sulla pendice di un vulcano.

La costruzione dei Moai rappresenta uno dei misteri più grandi nella storia umana. La domanda che sorge spontanea è: come è stato possibile che una popolazione isolata in mezzo all’oceano, senza accesso a tecnologie avanzate, fosse in grado di fabbricare e trasportare statue così enormi? È una questione che ancora oggi non ha una risposta definitiva e che ha acceso l’interesse di studiosi da tutto il globo.

Proprio per queste caratteristiche, i Moai sono considerati tra i tesori più preziosi dell’arte precolombiana. Sono un simbolo della cultura dell’isola e rappresentano la forza e la determinazione di una società che ha saputo prosperare in un ambiente isolato e sfidante. Tuttavia, secondo alcune speculazioni, la loro costruzione non sarebbe da attribuire solamente agli abitanti del luogo: ci sarebbe stato anche un aiuto extraterrestre.

L’isola di Pasqua e gli Antichi Astronauti

La teoria dell’intervento alieno è stata proposta da Erich von Däniken, il quale sosteneva che gli abitanti dell’isola di Pasqua avessero avuto un contatto con gli extraterrestri molto prima di incontrare gli europei. Abbiamo già citato questo scrittore nell’articolo “Linee di Nazca e alieni: qual è la verità?“.

Von Däniken ipotizzava che un gruppo di extraterrestri fosse atterrato sull’isola di Rapa Nui e avesse iniziato a istruire i nativi su come costruire i Moai. Secondo questa visione, l’innalzamento delle sculture potrebbe essere stato un modo per segnalare la loro presenza a eventuali altri membri della loro specie.

La teoria degli “Antichi Astronauti” (popolazioni aliene avanzatissime che influiscono sulle civiltà del passato) ha una storia molto più antica degli scritti di von Däniken e affonda le sue radici nella dottrina teosofica del mito di Atlantide. Continuate a seguirci, perché sono previsti approfondimenti sull’argomento!

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Frontespizio dell’edizione cartacea di “Dark Ghost

Come furono costruite le statue Moai?

Uscendo dal territorio delle teorie aliene, come spiega la scienza la costruzione dei giganteschi monoliti?

Secondo gli studiosi, gli abitanti dell’Isola di Pasqua hanno fabbricato e trasportato le statue Moai grazie a un’avanzatissima conoscenza della tecnologia e all’abilità nell’utilizzo dei materiali disponibili in natura.

Studi archeologici e antropologici hanno dimostrato che gli abitanti erano in grado di estrarre, lavorare e trasportare il tufo vulcanico, il materiale utilizzato per la costruzione dei Moai. Inoltre, la loro comprensione della fisica e della meccanica li ha aiutati a progettare e spostare queste statue gigantesche, utilizzando rotaie di legno e altri sistemi di trasporto.

Che cosa è successo alla civiltà dell’isola di Pasqua?

Un altro mistero riguarda il calo demografico della popolazione indigena dell’isola, che nel momento di maggiore prosperità (tra il XVI e XVII secolo) contava circa 15.000 abitanti.

Quando arrivarono i primi Europei, però, la situazione era nettamente diversa: nel XVIII secolo, gli abitanti si erano ridotti a 2.500 individui. A cosa era dovuto questo drastico cambiamento?

Fino a pochi anni fa la teoria più accreditata era quella del cosiddetto “ecocidio“. Il disboscamento prematuro del territorio avrebbe portato all’esaurimento delle foreste di palme, privando i residenti del legno necessario per costruire le canoe e rendendo complicata la pesca. Tutto ciò avrebbe causato un impoverimento del suolo e la necessità di sfamarsi con l’unica fonte di cibo abbondante: i ratti, portatori di malattie. Alcuni sono arrivati addirittura a sostenere che, in questi spaventosi frangenti, gli indigeni fossero arrivati a praticare il cannibalismo per sfamarsi.

In realtà, uno studio dell’Università di Bristol, pubblicato nel 2017 sull'”American Journal of Physical Anthropology“, ha dimostrato che la dieta degli indigeni non era così povera di prodotti del mare come si pensava. La metà delle proteine che assumevano i nativi, infatti, era costituita da pesci e molluschi. Inoltre, il suolo non era stato depauperato come dicono i sostenitori teoria dell’ecocidio, ma era anzi trattato con fertilizzanti che lo nutrivano e ne aumentavano la resa. A cosa è dovuto, quindi, il calo della popolazione documentato nell’isola? Non si sa ancora: si tratta di un altro mistero insoluto!

La grotta mangia-uomini

La grotta Ana Kai Tangata si trova sulla costa occidentale dell’Isola di Pasqua, offre una vista spettacolare sul mare e ha una lunga storia di utilizzo rituale. È famosa per le sue incisioni e pitture rupestri – realizzate con pigmenti colorati e olio di squalo – che raffigurano uccelli marini, navi, canoe e altri motivi. Questi graffiti sono stati realizzati dai primi abitanti dell’Isola di Pasqua e rappresentano un’importante testimonianza della loro cultura e della loro storia.

Figure disegnate all’interno della grotta Ana Kai Tangata

Questo sito è celebre per le leggende che circolano sul suo utilizzo da parte degli indigeni. Il mistero parte dal significato del suo nome: “Ana Kai Tangata” potrebbe significare “Grotta che mangia gli uomini” oppure “Grotta dove si mangiano gli uomini”.

Non sappiamo quali riti si celebrassero all’interno della caverna, ma la nomenclatura ha dato adito a molte teorie. Secondo alcuni, al suo interno avvenivano oscure cerimonie tribali legate al cannibalismo: si credeva che cibarsi di un uomo potesse trasmettere ai “commensali” le abilità della persona uccisa. Secondo altre leggende, Ana Kai Tangata era un luogo sacro dove si sacrificavano esseri umani, come se fossero un “pasto” offerto alla grotta stessa.

La leggenda dell’uomo-uccello

Makemake, l’uomo-uccello della mitologia Rapa Nui, era una delle più potenti divinità dell’isola. Era associato alla creazione dell’umanità e il suo culto era incentrato sulla celebrazione della vita e della prosperità.

Era anche conosciuto come il signore supremo dei Tangata manu“, una setta i cui adepti prendevano il nome di “uomini-uccelli” e rappresentavano il potere e la forza della natura. Erano considerati sacri e venivano scelti per regnare sulla comunità attraverso un rito annuale.

Nonostante la sua importanza nella mitologia Rapa Nui, non si conoscono molte informazioni sulle origini di Makemake e sul suo ruolo preciso nella religione locale. Si ritiene che il suo nome sia legato all’antico dio polinesiano Tane, il quale possedeva molti attributi in comune con lui.

Il culto di Makemake sembra essere sorto in seguito alla venerazione per i Moai, che, come abbiamo visto, rappresentavano gli antenati della popolazione locale. Questo cambiamento culturale potrebbe essere stato influenzato da una serie di fattori, tra cui la necessità di adattarsi a nuove circostanze ambientali e sociali e la diffusione di credenze portate da altre culture.

Vi è piaciuto il nostro approfondimento sull’isola di Pasqua? Se vi interessano i segreti delle antiche civiltà, continuate a seguirci! Per leggere gli articoli che abbiamo già pubblicato sull’argomento, cliccate sulla rubrica “Archeologia misteriosa. Nei prossimi mesi ci saranno molte altre novità!

«Ad lucem»!

Redazione Stargarden

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