Per la nostra rassegna sui sottogeneri della fantascienza, scopriamo il lato piÙ sociologico della sci-fi
La fantascienza sociologica è un sottogenere della fantascienza che ha come obiettivo quello di analizzare la società e i suoi cambiamenti. In genere, si tratta di romanzi che riguardano temi come la politica, l’economia e la religione. Per le sue tematiche importanti legate alla società umana, spesso si sovrappone o si intreccia con altri sottogeneri come la fantapolitica, la distopia e l’ucronia.
Negli ultimi anni, con il crescente interesse per i temi sociali, anche questo sottogenere è tornato di moda. I libri di fantascienza sociologica esplorano lo sviluppo delle società future e le controversie che le affliggono. In alcuni casi, gli autori usano la fantascienza per esprimere le loro opinioni sul presente, caratteristica che li accomuna ai romanzi sulla realtà distopica.
La nascita della fantascienza sociologica
L’origine della fantascienza sociologica si colloca intorno agli anni Cinquanta del Novecento. Uno dei suoi precursori è Orson Wells, i cui romanzi possiedono una forte valenza sociale, ma la sua nascita è dovuta anche alla grande influenza della Guerra Fredda all’interno della società dell’epoca, che ha portato alla creazione di un nuovo immaginario e a una rinnovata attenzione ai temi sociali.

Il termine inglese social science fiction era nato per definire una nuova ondata di romanzi e racconti di fantascienza a sfondo sociale. Gli apripista di questa nuova corrente furono autori come Robert Sheckley, Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth, a cui si aggiunsero poi Margaret Atwood, Richard Matheson, Mack Reynolds, Philip K. Dick e molti altri.
Fantascienza sociologica: libri
I libri di fantascienza sociologica esplorano lo sviluppo delle società future esaminando allo stesso tempo le controversie che affliggono la nostra società contemporanea, offrendoci una visione critica e potente dei tempi moderni.
Isaac Asimov è sicuramente uno degli esponenti principali di questo sottogenere: nei suoi romanzi, incentrati principalmente sul rapporto uomo/macchina, Asimov analizza a fondo la società, sia futura che presente, mettendo in luce le sue contraddizioni. Le ambientazioni fantascientifiche sono un mezzo per indagare la natura umana, la reale protagonista dei romanzi dello scrittore. La fantascienza di Asimov è una vera e propria lezione di sociologia, che ci dà modo di riflettere sul nostro presente.
Fantascienza come critica sociale
La fantascienza sociologica dà molto spazio alla riflessione: i romanzi di questo genere hanno come protagonista l’essere umano e la sua sfera sociale, e spronano il lettore a porsi interrogativi sul presente.
Non possiamo non citare “1984” di George Orwell, uno dei romanzi di maggior successo di tutti i tempi. “1984” è una storia profondamente realistica, in cui Orwell descrive un mondo brutale e opprimente, dominato da un regime totalitario.
La fantascienza sociologica si concentra anche su tematiche importanti come la dittatura, la discriminazione e la censura, proprie di “1984”, in cui Orwell ci mostra un mondo orribile e spaventoso, specchio critico della nostra società.
Margaret Atwood è un’altra scrittrice che ha fatto della fantascienza sociologica il suo campo d’azione principale. Nei suoi romanzi si ritrovano molti interrogativi sul futuro dell’umanità e su ciò che sarebbe in grado di fare in determinate condizioni. Nel suo romanzo più famoso, “Il racconto dell’ancella”, la Atwood ci mostra un mondo distopico in cui le donne sono oppresse e discriminate, vittime di una dittatura che non le risparmia in nome di ideologie e scelte arbitrarie e vantaggiose solo per pochi.
La società del futuro descritta dalla Atwood è una critica aspra e potente alla società contemporanea, un ritratto di ciò che l’umanità è in grado di fare ai propri simili. Abbiamo parlato in maniera approfondita di questo romanzo, uno dei massimi esponenti del genere distopico, nell’articolo dedicato ai libri distopici girlpower, con protagoniste femminili forti e determinate.
“Non è lo scrittore a decidere se il suo lavoro ha una funzione sociale o meno: è il lettore”
Margaret Atwood, “Negoziando con le ombre”
Richard Matheson è un altro scrittore in grado di proporci, attraverso i suoi romanzi, una visione critica della società. In “Io sono leggenda”, Matheson ci mostra un mondo post-apocalittico in cui l’uomo come lo conosciamo è quasi completamente scomparso. Con questo spaccato inquietante della natura umana, l’autore ci fa riflettere sui nostri limiti e sulle nostre potenzialità, a volte anche spaventose.
Mack Reynolds è uno dei migliori autori di fantascienza sociale degli anni Sessanta. Citiamo tra i tanti il suo “Centro Radicale”, un romanzo che ci fa riflettere sulle nostre libertà individuali e collettive, descrivendo una società del tutto manipolabile e spesso accondiscendete. Ai tempi la narrativa brillante di Reynolds poteva essere definita estrapolazione politica; ai giorni nostri spesso si avvicina alla realtà.
un viaggio dentro noi stessi
Philip K. Dick è un altro autore imprescindibile nella storia della fantascienza sociologica. Tra i tanti titoli dello scrittore, “Il cacciatore di androidi”, trasposto da Ridley Scott nel famoso adattamento cinematografico “Blade Runner”, è forse quello più conosciuto. Dick ci mostra un mondo futuristico in cui la tecnologia ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, trasformando profondamente la società e allo stesso tempo creando nuove forme di oppressione e di controllo. Dick riesce a farci riflettere sulla natura umana attraverso il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche e soprattutto con noi stessi.
Impossibile dimenticarsi dei romanzi di Kurt Vonnegut, spesso citato anche come autore di fantascienza umoristica grazie al suo stile peculiare, tendente alla satira. L’osservazione sociologica della realtà caratterizza la narrazione di Vonnegut fin dai primi romanzi pubblicati. “Ghiaccio-Nove”, “Galapagos” e “Mattatoio N.5” sono solo alcuni dei titoli che consigliamo per scoprire questo autore geniale e dissacrante.
“Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre.”
Dio la benedica, Mr Rosewater, Kurt Vonnegut (1965), rivolgendosi agli scrittori di fantascienza.
per chi non si limita a un solo genere
Se vi piace spaziare tra i generi, anche “Hunger Games” di Suzanne Collins, il distopico young adult campione di incassi, ha risvolti sociologici. È ambientato in una nazione divisa in distretti e governata da un regime totalitario che organizza ogni anno un reality show molto particolare, i cui partecipanti sono costretti a uccidersi tra loro per sopravvivere.
Proprio come nel romanzo considerato “precursore” di “Hunger Games”, il distopico “Battle Royale” di Koushun Takami, la regola imposta del Mors tua vita mea diventa una necessità. Queste storie, sebbene lontane dai canoni classici della fantascienza sociale, sono capaci di scandagliare l’animo umano e far riflettere su ciò che la società sarebbe in grado di diventare.
“Dune” di Frank P. Herbert è ambientato in uno degli universi più complessi e dettagliati della fantascienza. L’autore ci mostra un mondo in cui la religione e la politica si intrecciano, dando vita a una società estremamente complessa e articolata. In “Dune” il tema della sopravvivenza è centrale e la lotta per il controllo del pianeta Arrakis si trasforma in una vera e propria guerra civile. Questa space opera, una delle più conosciute della letteratura, ha una base sociologica fondata su due pilastri: la complessa religione e la tematica ecologista.
il problema dei tre corpi
Il romanzo di hard science fiction “Il problema dei tre corpi”, vincitore del Premio Hugo e vero e proprio caso editoriale scritto dall’autore cinese Liu Cixin, è un esempio davvero interessante di fantascienza sociologica. La storia inizia durante gli anni della rivoluzione culturale cinese, che ci aiutano a comprendere le motivazioni di Ye Wenjie, una giovane scienziata coinvolta in un progetto segreto per comunicare con altre forme di vita; un personaggio controverso che ritroveremo anche più avanti all’interno del romanzo, in un presente in cui l’umanità è minacciata da una civiltà aliena.
Anche il videogioco in cui si imbatte il protagonista Wang Miao, “Tre Corpi”, diventa un elemento importante della narrazione e si presta a molteplici analisi sociologiche: un gioco in cui il confine tra realtà e finzione è davvero labile, nel quale i partecipanti si trovano a dover risolvere la secolare questione della sopravvivenza di una civiltà aliena in via di estinzione.
Le tematiche trattate da Liu Cixin sono molteplici e molto importanti, affrontate con uno stile unico e originale: la guerra, la scienza, l’ambiente, il progresso tecnologico, il rapporto tra Oriente e Occidente. Liu Cixin è capace di dare vita a una storia affascinante e coinvolgente, in cui sono perfettamente intrecciati elementi di hard science fiction, sociologia e filosofia. In poche parole, un romanzo che non può assolutamente mancare nella biblioteca di chi ama la fantascienza sociologica.
“La realtà lascia su ognuno di noi un marchio indelebile. Ogni epoca stringe invisibili ceppi attorno a chi l’ha vissuta, e io stesso non posso che danzare in catene. Nella fantascienza, l’umanità è spesso ritratta collettivamente. […] La meraviglia di questo genere risiede nel fatto che, date certe ambientazioni ipotetiche, ciò che nella realtà è male può essere trasformato in bene, ciò che è oscuro può diventare giusto e luminoso, e viceversa, […] ma per quanto la realtà venga distorta dalla mia immaginazione, la sua presenza non viene mai meno.”
Liu Cixin
Fantascienza sociologica: film
L’ambientazione futuristica è spesso utilizzata come pretesto per poter parlare senza censure della nostra società contemporanea e dei suoi fallimenti. Oltre ai già citati “Dune” e “Hunger Games”, scopriamo insieme alcuni film con profondi risvolti sociologici.
“Elysium”, film del 2012 di Neill Blomkamp, racconta un mondo distopico dominato dalla divisione tra ricchi e poveri. Soltanto i più benestanti possono abitare su Elysium, una futuristica stazione orbitale dove è possibile guarire da ogni malattia. Blomkamp denuncia le controversie causate dal capitalismo sfrenato, e ci mette di fronte alle falle che stanno alla base del nostro sistema economico, come la suddivisione tra le zone più povere e quelle più ricche del nostro pianeta: una realtà che tutti conosciamo ma che spesso tendiamo a dimenticare.
Sempre di Blomkamp il capolavoro sci-fi “District 9” narra le conseguenze di un’invasione aliena, affrontando temi importanti come il razzismo e la discriminazione. La vicenda si svolge in Sudafrica: i protagonisti sono degli esseri extraterrestri che sono stati costretti a vivere in un ghetto, in condizioni precarie e di estrema povertà. Il film è una critica sociale molto forte che denuncia con grande efficacia tutti i limiti del nostro sistema sociale.
Anche “In Time”, film del 2011 diretto da Andrew Niccol, è focalizzato sul tema della disuguaglianza sociale: l’umanità ha sconfitto l’invecchiamento e il bene più importante non è il denaro, ma il tempo. Quello che rimane a ogni essere vivente e che rappresenta la valuta corrente che permette di acquistare beni o servizi. Il divario tra le classi sociali è stato quindi portato all’estremo, e i protagonisti sono costretti a lottare per la sopravvivenza in un mondo dominato dalla violenza e dall’ingiustizia.
In “Equilibrium” (2002), John Preston è un Cleric, ossia un agente del Tetragrammaton, una forza di polizia segreta che uccide chiunque provi delle emozioni. A seguito di una guerra nucleare, la società guidata dal dittatore chiamato “Il Padre” vieta di provare emozioni, riconoscendo in esse le origini dei conflitti. I cittadini quindi assumono quotidianamente una droga, il Prozium, in grado di inibire le emozioni. Inoltre, vengono vietati anche libri, film, musica e tutto ciò che sia giudicato capace di suscitare dei sentimenti. A causa di un incidente, il protagonista smetterà di assumere il Prozium, e comincerà a interrogarsi sulla natura umana e sulla situazione politica della società.
Nel film “The Island”, di Michael Bay, una colonia di esseri umani sopravvissuti a una contaminazione si rifugia in una località segreta, un’isola a cui si può accedere solo tramite la vittoria della lotteria quotidiana o quando si dà alla luce un figlio. In quello che sembra essere l’unico paradiso terrestre rimasto immune alla contaminazione, infatti, si mira a ripopolare la Terra, ma i buoni propositi nascondono una società orwelliana che ci porta a una riflessione sull’eugenetica e sul diritto alla vita.
La lista delle opere di fantascienza d’impronta sociologica è davvero infinita. Persino il cult di Stanley Kubrick “Arancia meccanica”, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess, è caratterizzato da una forte componente sociale con la sua denuncia della società improntata sulla violenza. E, volendo spaziare alle serie tv, c’è solo l’imbarazzo della scelta con titoli come “Black Mirror“, serie antologica focalizzata su tecnologia e comunicazione, o “Westworld”, mondo western fantascientifico con forti conflitti sociali.
Ma ora veniamo a una vera e propria chicca: “La decima vittima”, film fantascientifico italiano con Marcello Mastroianni e Ursula Andress tratto dal breve racconto di fantascienza “La settima vittima” di Robert Sheckley. Si tratta di una commedia che sfocia nel dramma e nel giallo fino ad arrivare alla satira: una denuncia al sistema capitalistico e ai mass media.
La società di Stargarden
Anche in Stargarden Universe, la nostra saga sci-fi cybernature, la società futuristica che abbiamo creato è colpita dal divario tra Big-Coin e Miser, individui agli estremi della scala sociale. Una società che ha cercato di rialzarsi dal Declino causato dalla guerra climatica e ha ottenuto una seconda chance con la venuta degli Ancestrali, divinità aliene che hanno permesso al pianeta di rivivere e diventare Gaia, la Terra del Futuro.
Se volete scoprire di più sulla nostra società futuristica e sulle avventure dei protagonisti della serie Stargarden Universe, iniziate dal primo romanzo della stagione “Ex Tenebris”, intitolato “Dark Ghost”, della nostra Eva Fairwald. Lo trovate disponibile sia in formato ebook sia cartaceo, con illustrazioni inedite!

Vi lasciamo con una domanda: quali sono i libri di fantascienza sociologica che vi hanno colpito di più? Fatecelo sapere nei commenti!
Ad Lucem!
[Keri]
4 pensieri riguardo “Fantascienza sociologica: libri e caratteristiche”